Oggi sul corriere Saviano nel suo panegirico, anzi epinicio, sulle tre italiane vincitrici dei 100m alle Paralimpiadi parla dello spirito agonistico in epoca classica come "lotta che si ingaggiava con il proprio corpo tra il sé che volevi provare ad essere ed il te che eri già", che fa un po' troppo empowerment di oggi, e poi menziona Protagora che avrebbe parlato di "mescolamento... tra il te sognato e il te che sei". Ho cercato online riferimenti ma non trovo nulla. Qualcuno ne sa nulla?
