Sentivamo un'inchiesta su Marta Russo, la ragazza uccisa da un proiettile mentre era alla Sapienza. Ci ha colpito non tanto l'arbitrarietà dell'indagine, che già all'epoca era evidentissima, ma lo squallore dell'ambiente universitario: un sistema chiuso, profondamente corrotto. Del resto avevamo avuto la stessa impressione alcuni anni fa, quando ci trovammo brevemente ad averci a che fare: pareva tutto basarsi su una rete di favori, di silenzi, di ricatti, una cosa del tutto privata, una palude.
